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"Oggi molta gente viaggia in un mondo oramai globalizzato. Lo considero una buona cosa. Meglio sarebbe in punta di piedi. Io ebbi questa esperienza. Forse l'inconscio desiderio di vedere il mondo, conoscerlo per cercar di capire, interpretarlo e forse giudicarlo cosa che mi veniva dalla mia educazione occidentale, e cioè di parte. Ed invece finii per imparare. Si può imparare tanto in un viaggio. Ancor più se è un viaggio nel tempo. In quel periodo non erano moltissime le persone che viaggiavano. Non vi erano documentari, io non leggevo libri, niente da cui potessi attingere un'idea sul mondo. Ero un ragazzo abbastanza ignorante (possedevo però la mia cultura contadina), un sognatore inquieto." (L'autore)